Gaetano Mura

obiettivo TRANSAT 6,50

2009: l'Atlantico in solitario
www.gaetanomura.com

Giornale di bordo

Giornale di bordo

mercoledì 30 settembre 2009

Traduzione dal sito ufficiale www.transat650.org

La pressione aumenta lentamente a Funchal. C'è ancora tempo per partecipare a un torneo di calcio sulla spiaggia. A camminare nel sublime entroterra dell'isola ancora troppo sconosciuta. A fare qualche immersione. Per acquistare souvenirs. In breve, il relax prima di iniziare, Sabato, la seconda fase di questo Charente-Maritime/Bahia 650 e 3200 miglia da Madeira al Brasile.

Certo, ognuno si trova nella stessa barca. Alcuni, come l'italiano Andrea Caracci, con il trapano in mano, che "rappezza" pezzi rimossi da un onda anomala. Altri si dedicano alle loro vele. Ultimo check ancora e ancora, verificare se le punte sono in ordine, se le drizze non rimangono bloccate. Per coloro che sono già sicuri dell'affidabilità del loro "strumento", è tempo di guardare le carte meteo.
Studiano i dettagli del loro percorso che passerà attraverso le Isole Canarie, Capo Verde, l'Ecuatore e il terribile Pot Noir, imprevedibile come il mercato azionario di pochi mesi fa. E anche se sanno che i dati del giorno saranno ancora verificati e controllati da qui a Sabato, sono seduti nei loro abitacoli con le carte nautiche sulle loro ginocchia, curiosi dei consigli di Jean-Yves Bernot.

"Like A Baby"
Il pozzetto sarà la loro casa per tre o più settimane. Uno spazio veramente ristretto all'estremo. 4m2 quand'è vuoto. Ma quando si mettono i 140 litri di acqua necessari, oltre a 35 litri di vari altri liquidi (olio d'oliva e altri), il cibo, le vele di ricambio, l'abbigliamento (ancora) secco, la stufa appesa, il GPS, non ci sono molto più di 2,5 m2 per vivere. Per un uomo di taglia piccola già non è facile spostasi, ma per un "gigante" del tipo dell'australiano Geoffrey Duniam la performance è ancora più incredibile.

Eppure nessuno si lamenta. Tutti dicono che si vive bene, che ci si abitua e ti fanno vedere dove dormono spesso "come un bambino." Il letto è una stretta galleria dove si entra con i piedi prima. Emerge la testa e dà in "salotto". A bordo alcuni usono un telo che si alza con una carrucola. E come stare in un amaca. "Le palme in meno, e con l'aria più confinata". Non è bello essere claustrofobico in questa cabina.
E questo nel caso delle barche di serie. In un prototipo, con la chiglia basculante in mezzo alla "stanza", mangia molto spazio, i skippers, dormono spesso seduti con la testa appoggiata su una specie di cuscino, o anche un indumento in pile. Marine Feuerstein riconosce "Le nostre cabine sono più spartane. Il più fastidioso è che nulla è semplice da prendere. Bisogna sempre muovere qualcosa per andare a prendere ciò che si vuole".
In più, per evitare qualsiasi incidente, tanti dormono con la cintura di sicurezza allacciata. "Non la lascio mai", spiegano in coro Vertes, Burté, La Grange e molti altri. Bisogna essere uno straripante ottimista per trovare questo posto, se non piacevole, almeno vivibile.
In realtà, al di fuori di una cella di prigione, non c'è nulla di peggio. Ciò fa dire a Brice Aqué: "Io chiamo questa la nostra prigione dorata, perché per noi l'unico modo per sfuggire ... è quello di rimanere lì. Ma che cosa fanno in questa "cassa di risonanza" durante questo lungo viaggio, che ora sarà uguale a tre settimane di solitudine?

IPod e MP3
Molti amano ascoltare la musica. IPod o MP3 sono diventati indispensabili per un ambiente sano e la buona salute dello skipper. Feuerstein ama "Grand Corps Malade" perché dice quello che è. Con parole che ricordano quello che si vive facendo la Transat. Dalla disperazione alla gioia, a volte, quando si conclude. Ma porta anche Vivaldi e Bach.

Altri leggono un po 'di tutto. Bertho dice. "Ho letto tre libri nei primi quattro giorni della prima fase. Non so se ne prendero' per la seconda tappa. Mirman invece è un fan dei cruciverba. Ma il più felice è Aqué.

"Navigo di lusso. Ho un iPod con due amplificatori e due altoparlanti esterni. Géraldine la mia fidanzata mi ha preparato dei video della famiglia e degli amici. Non mi sento completamente solo".

Il lusso in questo caso è semplicemente un espressione. Il comune dei mortali direbbe piuttosto: "Bisogna aver ucciso padre e madre per navigare su tali barche. Ma ognuno trova il suo piacere dove vuole ...

Ufficio stampa

Quattro metri quadri per (sopra)vivere - news da Funchal

Estratto del sito ufficiale www.transat650.org

La pression monte tout doucement à Funchal. Il est encore temps de participer à un tournoi de football sur la plage. De se promener dans le sublime arrière pays de cette île trop méconnue. D’effectuer quelques plongées. D’acheter des souvenirs. Bref, de se détendre avant d’entamer, dès samedi, la seconde étape de cette Charente-Maritime/Bahia 650 et ses 3200 milles de Madère au Brésil.

Certes, tout le monde n’est pas logé à la même enseigne. Certains, à l’image de l’Italien Andrea Caracci, ponce, perce, rafistole ses boites de safran et son tableau arrière emportés par une vague scélérate. D’autres se penchent sur leurs voiles. Vérifient encore et encore, si les bouts sont en état, si les drisses ne coincent pas. Si le bout dehors pivote bien. Pour les derniers enfin, ceux qui connaissent la fiabilité de leur « outil », c’est l’heure de se pencher sur les cartes météos.

On peut les voir détailler leur route qui passera par les Canaries, les Iles du Cap Vert, l’Equateur et ce terrible Pot au Noir aussi fluctuant et incompréhensible que la bourse voilà quelques mois. Et même s’ils savent que les données du jour devront être vérifiées et contrôlées d’ici samedi, Ils sont installés dans leur cockpit carte sur les genoux et pour beaucoup, conseils de Jean-Yves Bernot en tête.

« COMME UN BEBE »
Ce cockpit qui sera leur maison pour trois semaines et plus. Un espace exigu au possible. 4m2 à vide. Mais quand vous y mettez les 140 litres d’eau obligatoires, plus les 35 litres d’autres liquides divers (huile d’olive et autres), la nourriture, les voiles de rechange, les vêtements (encore) secs, le réchaud qui se balance, le GPS, il reste tout au plus 2,5 m2 pour vivre. Pour un petit gabarit il n’est déjà pas aisé de se mouvoir mais pour un « géant » du genre de l’Australien Geoffrey Duniam qui doit flirter avec le double mètre et le quintal, la performance est encore plus incroyable.

Et pourtant personne ne se plaint. Chacun vous explique qu’il vit bien, qu’il a l’habitude et vous montre où il dort souvent « comme un bébé ». Leur couchette est une sorte de tunnel étroit qu’il convient d’intégrer les pieds en avant. La tête émerge et donne dans « le salon ». Sur la planche certains mettent une bâche (ou plus précisément une toile à matosser) qu’ils relèvent à l’aide d’une poulie. Et d’apprécier « En fait, on est comme dans un hamac. » Les palmiers en moins, et avec de l’air confiné en plus. Il n’est pas bon être claustrophobe dans cet habitacle.
Encore s’agissait-il d’un bateau de série. Dans un proto, avec la quille pendulaire au milieu de « la pièce » qui mange le peu de place, les skippers dorment souvent assis, la tête reposant sur une sorte d’oreiller, ou plutôt un vêtement, une polaire. Marine Feuerstein reconnait « Chez nous, c’est plus spartiate. Le plus embêtant c’est que rien n’est accessible. Il faut toujours déplacer quelque chose pour aller quérir ce que l’on veut».

Comme afin d’éviter tout accident, beaucoup se couchent, en plus, avec le harnais de sécurité attaché (« Je ne le quitte jamais » expliquent en chœur Vertes, Burté, La grange et bien d’autres) il faut être d’un optimiste débordant pour trouver cet endroit, sinon agréable, du moins vivable.
En fait, en dehors d’une cellule de prison, il n’y a rien de pire. Ce qui fait dire à Brice Aqué : « J’appelle cela notre prison dorée, car pour nous la seule façon de s’évader… c’est d’y rester. » Mais que font-ils donc dans cette caisse de résonnance durant les traversée et notamment celle qui les attend avec ces trois longues semaines de solitude ?

IPOD ET MP3
Beaucoup écoute de la musique. L’Ipod ou le MP3 sont devenus des éléments indispensables à la bonne santé du marin. Feuerstein adore Grand Corps Malade « Parce qu’il dit ce qu’il est. Avec des mots qui me rappellent ce que l’on vit avec le projet d’un mini. Du désespoir parfois à la joie quand on conclut. » Mais elle emporte aussi du Vivaldi et du Bach.

D’autres lisent un peu de tout. Sandrine Bertho hésite. « J’ai lu trois livres les quatre premiers jours de la première étape. Je ne sais pas si je vais en emmener sur la seconde. » Mirman, lui, est un adepte des mots croisés. Mais le plus heureux est Aqué.

« Moi, je navigue grand luxe. J’ai un Ipod avec deux amplis et deux hauts parleurs extérieurs. Géraldine mon amie m’a fait des vidéos de la famille, des amis. Je n’ai pas l’impression d’être totalement seul»

Le grand luxe, ici, étant, vous l’aurez compris, une simple façon de s’exprimer. Le commun des mortels dirait plutôt : « Il faut avoir tué père et mère pour naviguer sur pareils bateaux. » Mais chacun trouve son plaisir où il veut…

Ufficio stampa

Ultimi giorni di preparativi

Gli ultimi giorni stanno trascorrendo tranquilli per molti Skipper e punteggiati da lavori di riparazione per altri. Il fatto che solo 29 dei Mini presenti sui pontili di Funchal abbiano preso parte alla regata tradizionale in ogni scalo di transoceanica, la dice lunga su quanti si stiano ancora rimboccando le maniche.
Tra questi dobbiamo purtroppo segnalare Caracci che, come si evince dalle foto pubblicate sul suo sito, sta riorganizzando ex novo la timoneria.

Povero Andrea! Sono cinque anni che ho il privilegio di vivere le vigilie di tante sue regate e non c'è stata una volta, dico una sola, in cui l'ho visto dedicare le ultime ore prima dello start alla rigenerazione.
Ora sta rimontando le scatole di 756. Almeno ora saremo sicuri che non cederanno e lui sarà finalmente libero di dare libero sfogo ai cavalli (tanti) del suo Manuard.
Non dimentichiamoci che è nella seconda tappa che il milanese ci ha fatto vivere le emozioni più forti.
Ricordate il 2005? Seminò tutti, allungandosi alla grande in prima posizione, che Le Blevech, allora su 151, ancora ne ha il fiatone.
Poi quel bordo misterioso più a terra da cui sortì atrocemente 28esimo e la rimonta furiosa, dopo il Pot, quando barche uguali alla sua sembravano ferme, da tanto che le saltava una per una come birilli, fino al decimo posto finale.
Ed il 2007? Deluso da una prima tappa dai mille incidenti, Andrea diede fuoco alle polveri nel NW forte oltre il prevedibile. Anche qui la sua classe lo riportò in prima posizione, ancora con Yves come inseguitore, prima che il cono d'ombra di un'isola ed il disalberamento poi lo rimisero fuori gioco.
Ricordiamo queste premesse per bandire a tavola un menù che sarà coi fiocchi...
Purtroppo, in chiave di classifica finale, è evidente che le 35 ore di distacco dal primo uccidono sul nascere ogni speranza.
Chi vincerà allora? Il discorso è irrimediabilmente limitato a soli cinque concorrenti.
Delesne, conl suo ritorno a casa, ha dato una bella prova di sicurezza e preparazione. Mi ricorda McKee che nel 2003 approfittò del rinvio della partenza di tre giorni per farsi un giretto a Parigi...
Lo squadrato bretone dovrà correre però con l'occhio costantemente sullo specchietto retrovisore.
Schipman è ormai in simbiosi perfetta col Lombard che lui stesso ha contribuito ad ottimizzare, dato che lavora in quello studio.
Due ore sono nulla, ed appena un'altra ora più dietro occhieggia Ruyant che, con meno pressione addosso, non vede l'ora di scatenare il suo Finot senza spigoli nel sorpasso definitivo.
Le Diraison, altro Manuard, e Despres, sull'originale De Beaufort, hanno già accomulato 8 e 10 ore di svantaggio ma sarebbe presunzione escluderli dai favoriti con più di 16 giorni di regata all'orizzonte.

Dal sesto in poi, sarà invece battaglia per la migliore classifica nella finale dei secondi.
Il simpatico sudafricano Trautman (co-Skipper di Apolloni al Mini Fastnet) matura più di 20 ore di gap e via via a seguire tutti gli altri... veramente arduo pensare a sconvolgimenti!
Gaetano, siamo sicuri che si divertirà tantissimo.
Il sardo rappresenta un'esempio fulgido di sportività.
Facile partire su di un mezzo sul quale basta puntare vagamente la prua nella direzione giusta per arrivare nei 15. Questo non è precisamente lo stato d'animo di Mura, consapevole di montare un Mini meno prestante, per peso e concezione, di quasi tutti gli altri.
Ed allora?... Chi se ne frega! In fondo arrivare 11 o 26esimo non ti cambia la vita e Gaetano ha colto tutta la forza dirompente di una Transat ultimata.
Manuard ha detto che nella vita esiste un pre MiniTransat ed un dopo MiniTransat e ne ha dato la dimostrazione terminando, ormai intruppato nel gruppone, quella del 2007.
Mura ne ha colto il testimone e spero che il suo messaggio faccia dei proseliti da noi anche negli anni a venire.


Ufficio stampa

lunedì 28 settembre 2009

domenica 27 settembre 2009

Gaetano e Daniela


Ufficio stampa

La victoire de Gaetano - estratto dal sito ufficiale www.transat650.org

Il n’est pas grand Gaetano, mais il est vif comme l’éclair et volubile comme… tout Italien qui se respecte. Il ne se départit, jamais non plus, de son sourire. Sauf peut-être quand il est en mer et que tout ne tourne pas comme il le souhaitait. Il raconte sa première étape ainsi :
« Très vite mon proto a été difficile à diriger. J’ai cru que cela venait de mes safrans. En fait je trainais un câble ou un filet. Une fois débarrassé de cette gêne, j’ai par prudence vérifié mes safrans. Mais j’ai mis du temps à vraiment me lâcher. »
Sa BLU tombe alors en panne. Plus de météo. Plus de classement. Et voilà la pétole qui le cloue sur place : « Dans la tête ça n’allait pas. J’étais seul sur l’Océan et je pensais que les autres filaient sans moi. »
D’autant que dans la baston, il a été prudent, Gaetano. Il n’était pas à l’aise. Comme il le confie : « Il faut avoir le courage d’avoir peur. » Jolie formule pour ce marin qui a construit son GRF 91 de ses propres mains : « Je ne connaissais pas les minis. J’ai fait des erreurs. Mais ce n’est pas pour cela que je n’aime pas mon bateau. Il est plus lourd, plus costaud que les autres. Je connais ses limites mais je sais qu’il me mènera à Bahia. »
Et l’Italien se moque de son classement final (27e à Madère en proto) : « Nous sommes des privilégiés d’être ainsi seul en mer. De se trouver face à soi-même. Je ne suis pas en promenade mais mon but c’est de dire après « je l’ai fait ».
Gaetano le sait et le dit « La gagne ce n’est pas pour moi » son objectif est ailleurs : « Le plaisir d’être en mer. A chacun sa victoire. »

Ufficio stampa

Cocktails des italiens


Ufficio stampa

sabato 26 settembre 2009

UN PO' DI RASSEGNA STAMPA


http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2009/09/15/SS5PO_SS502.html

Da solo in mare per 4200 miglia E partita l avventura del dorgalese Gaetano Mura
la Nuova Sardegna — 15 settembre 2009 pagina 45 sezione: SPORT

SASSARI. Quando un uomo non è più di questa terra è perché va per mare. E quando andar per mare significa affrontare l’Oceano in solitaria su un guscio di appena sei metri e mezzo vuol dire che si è uomini veri, tipi da Mini-transat 6,50. «La più solitaria delle prove», recita lo slogan della regata che porta dalla Francia al Brasile, da La Charente Maritime a Bahia, attraverso 4200 miglia di acqua. Gaetano Mura ne farà qualcuna in più, perché è salpato da Cala Gonone. Gaetano Mura, 41 anni, è uno degli 85 avventurosi, uno dei 9 italiani che hanno deciso di mettersi alla prova nella Miitransat, e dopo due giorni viaggia a metà del gruppo, diciottesimo sui 36 «proto» della sua classe, a un migliaio di miglia dal punto di riferimento della prima tappa, Funchal, a Madeira. La Mini Transat è una regata senza assistenza esterna. E’ vietata qualsiasi comunicazione se non quella radio con gli altri concorrenti. Si corre contro il tempo e gli avversari per trenta giorni, tagliati fuori dal mondo. Cibi liofilizzati, rigidi turni di sonno e un computer, col quale Gaetano aggiorna amici e tifosi sulla sua sfida. Sul sito gaetanomura.com il diario di bordo del navigatore sardo è puntuale, dai preliminari della partenza, avvenuta domenica pomeriggio, poco dopo le 14, fino all’ultima posizione tra le onde. «Cielo stellato e mare piatto per questa prima notte», si legge on line -, vento da nord est di 20/25 nodi per tutta la notte e spinnaker a tutta. La terra è lontana, si va a tutta velocità verso Capo Finisterre dove si aspetta che il vento rinforzi». Si guarda già all’arrivo, a Bahia. «La prima notte spesso è la più difficile - racconta Gaetano Mura -, Si cercano ancora i riferimenti, bisogna dimenticarsi delle preoccupazioni quotidiane e concentrarsi solo sulla barca e sulla navigazione». Dopo aver lasciato a terra l’impegno per la ricerca dei fondi (si può contribuire acquistando sul sito web un dvd sull’impresa), gli allenamenti, gli amici. Dopo aver provveduto a ogni particolare, a ogni minimo particolare perché nell’Atlantico non si può dire - poi -, ops, l’avevo dimenticato. «Mi sento abbastanza sereno, in buona forma fisica e con la barca ben preparata - scrive, sicuro, Mura -, sono consapevole dei miei limiti e dei limiti di questa barca, la Grf91, che ho in qualche modo costruito con l’obiettivo di andare insieme oltreoceano». Il primo obiettivo di Gaetano è arrivare in fondo, la vittoria viene dopo: «Il mio istinto di marinaio prevarrà su quello di agonista - garantisce -, cercherò un giusto equilibrio per regolare il piede sull’acceleratore». «I navigatori hanno girato le spalle alla terra e al mondo reale - è stato il primo messaggio che Mura ha affidato alla sua bottiglia telematica -. Siamo dei «marittimi» e non più dei «terreni». Grazie a tutti, seguitemi sul mio sito e ci vediamo in Brasile». Dove arrivano gli uomini veri.

http://blog.yachtandsail.it/post/2241/mini-transat-2009-giorno-7
Ancora poche miglia per gli ultimi italiani impegnati nella prima tappa della Transat650, nella giornata di oggi hanno tagliato il traguardo Luca Del Zozzo in 20ma posizione, Daniela Klein ottima 23ma in costante crescita e Luca Tosi al 25° posto. Arrivato al traguardo anche Gaetano Mura nella classe Proto, 27° posto per lui e una buona dose di esperienza accumulata.

Ancora in corsa anche se in dirittura d’arrivo Andrea Rossi che all’ultimo aggiornamento alle 20.00 era ad una quarantina di miglia dal traguardo in 40ma posizione e Simone Gesi sempre più in difficoltà in coda al gruppo.

Arrivano però tramite il suo sito le prime dichiarazioni di Andrea Caracci dopo l’arrivo che ci spiegano cosa, come e quando è successo a bordo di Speedy Maltese (nella foto il dettaglio dei timoni danneggiati). Parole che lasciano trasparire la delusione per un risultato sfumato ma anche tanta voglia di riscatto e di rimettersi in forma.

La regata non era incominciata male anzi…. Problema tecnico: le scatole dei timoni che avevo rotto alla Mini Med a Marzo sono state riparate male, (inisieme alle crocette sono gli unici 2 pezzi della barca che non ho costruito io), e anche se collaudate al gp d’Italia e alla Mini Solo di Sanremo, non avevano mai preso piu’ di 20 nodi di vento.

http://navigamus.blogspot.com/2009/09/diario-di-bordo-transat-650-delesne-e.html

Transat 6.50: Bertrand Delesne si Aggiudica la prima tappa.
L'arrivo alle 14:38 di Sabato con un tempo di percorrenza di 6 giorni 2 ore 31 minuti.
Secondo assoluto e primo dei Serie, lo stupefacente Francisco Lobato alle 16:48
Gli altri Proto: Schipman 2° - Ruyant 3° - Le Diraison 4° - Despres 5°
Dani Klein risale al 23mo posto in Serie. Apolloni perde una posizione ora è 4°.


Domenica 20 Settembre 2009 - Le prime dichiarazioni degli skipper arrivati scoperchiano il vaso di Pandora delle mille sensazioni e succosi particolari di vita quotidiana da loro vissuti in questi cinque giorni. Per chi non avesse dimesticheza col francese, ed a sommi capi, riassumiamo...

Delesne: dice di avere tirato la barca al 60per cento, si è concesso generose dormite in tranche di un'ora per quattro o cinque volte al giorno e ricorda di avere deciso di correre su di un Proto quando, nel 2007, ha visto Manuard, in recupero ,superare il suo Mistral a 3-4 nodi più veloce.
E' molto consapevole del fatto di non essere ancora a metà dell'opera. Certo che l'ora persa per l'errore di boa allo start gli potrebbe mancare alla fine...

Schipman: pare che abbia trascorso i primi giorni sotto pilota per stare spesso al carteggio.

Ruyant: si è infortunato un ginocchio poco dopo il via e da allora ha sofferto molto in manovra, soprattutto nei matossage. Come Delesne è rimasto sconvolto dalle accelerazioni mostruose, oltre i 20 nodi, di cui sono capaci i Proto di ultima generazione. Dice di avere corso preservando il materiale.
Le quattro ore perse lo mettono ancora in buone condizioni per aspirare alla vittoria finale.

Le Diraison: orecchie un pò basse per il parigino. Anche lui ha rotto "solo" spi piccolo e Solent ma le abbondanti otto ore di svantaggio cominceranno a levargli il sonno...

Lobato: dice di avere fatto tesoro delle avarie subite nelle altre stagioni ed è riuscito ad arrivare con la barca perfetta. Ha avuto un pò di paura a Finisterre, quando il mare era bianco ed i frangenti entravano in pozzetto. Allora avrà ammainato (lospi)? Certo che no! Per levarsi al più presto da quel postaccio.
Lo sponsor gli ha già garantito un futuro roseo, in prospettiva Figarò nell'immediato e... Vendée in un futuro più remoto.

Certo che il suo secondo posto assoluto passerà alla storia della Transat 650 e non sarà facilmente ripetibile.
Nel 2005 De Laureyssens stravinse la Mini nei Serie, con 16 ore di vantaggio sul secondo, ma non arrivò nei 10 scratch...

A riprova che quest'anno la qualità e lo spettacolo sono tutte a favore dei Serie provate a leggere le classifiche.
Nei Proto è quasi tutto cristallizzato da giorni, nei Serie è un rutilare di cambi di posizioni che neppure le palline del Superenalotto.

A questo gioco segnaliamo la momentanea perdita di Riccardo, il previsto finalone di Giancarlo che gli ha quasi preso la scia, la crisi di Mc Goldrick e Del Zozzo, speriamo non spiegabili con avarie, il bel 19esimo del Super Calin 219, una fantastica Dani che "vede" i 20 ed il bel rush di Gaetano Mura che stanotte ha fatto un polverone, superando Marine e puntando a Jesse, il giovane americano armatore dell'indimenticato Romanelli 176 che fu di Stefano Pelizza (quarto nella prima tappa del '97).
Ufficio stampa

venerdì 25 settembre 2009

GAETANO CI SCRIVE

Salve a tutti, Mi ha fatto veramente bene aver ricevuto cosi tanti messaggi di sostegno e vedere così tanti accessi al mio sito durante questa prima tappa!
Mi scuso per il ritardo, ma è stato difficile, in questi giorni, trovare il tempo per raccontarvi un pò.

L'arrivo in un isola così bella, nel bel mezzo dell'oceano e dopo tanti giorni di navigazione faticosa, fa venire subito la voglia di prendersi un lungo e meritato riposo, vista anche la sosta apparentemente lunga. Ma... è noto che i
mini siano delle meravigliose creature complesse e delicate, e questo primo tratto di oceano non era altro che un supertest per barche e marinai.

Così dopo una bella dormitona (senza interruzioni ogni mezz'ora) in un comodo letto d'albergo, una super doccia, una cena e una bevuta con gli amici... ci rimettiamo tutti nuovamente a lavoro. Per attraversare i pontili bisogna fare lo slalom tra timoni smontati, scatole di timoni rotte, spinnaker a brandelli, pulpiti piegati,... e il tran-tran di preparatori, meccanici, tornitori locali, corrieri che consegnano merce proveniente da ogni dove. Il villaggio dei tendoni bianchi si è spostato tale quale dal bassin des chalutiers alla marina di Funchal; cambia la temperatura in questa meravigliosa isola semitropicale, ma le facce nel villaggio, a parte l'aggiunta
di qualche locale, sono sempre le stesse. L'ambiente è più sereno e familiare ... non è difficile capirne le ragioni.

Subito dopo la partenza ho avuto un grosso problema ai timoni che sembravano volersi staccare dalla poppa per le botte, sembrava che la causa fosse il gioco che gli agugliotti avevano preso sulle femminelle, arrivato a Madeira dopo un'ispezione alla chiglia ho constatato che avevo navigato i primi due giorni con un cavo o una rete sulla chiglia che creava una forte turbolenza. Alla prima strambata sulle coste spagnole l'ofni si è liberato da solo e tutto è tornato come prima. A quel punto ho messo un pò di carbone e ho ripreso la mia corsa.

La regata è stata dura e bellissima allo stesso tempo, una lunga planata di 12 giorni a surfare le onde dell'oceano su spi o ridotti al basso terzarolo sulle vele bianche nei 40 nodi di vento dopo Finisterre, col picco massimo in una notte nera e senza luna dove le onde non sembravano aver voglia di giocare. Sono felice di essere riuscito a trovare il ritmo abbastanza in fretta, e anche il piacere di stare per mare così come mi ero ripromesso ... io non sono capace di essere soltanto un agonista in un viaggio così importante nella mia vita.

Naturalmente non sono mancati i momenti duri di sconforto nei due giorni di bonaccia con la superficie dell'oceano lucida con zero nodi di vento ... avevo la radio rotta sin dalla partenza, e non conoscevo il meteo e le posizioni delle altre barche (non dico avversari perché nessuno qui lo è davvero), sono poi rimasto più di sei giorni senza poter comunicare con nessuno se non un cargo che mi ha passato il meteo in un pessimo inglese. Fortunatamente avevo fatto il corso specifico per la transat col miglior metereologo del mondo Jean Yves Bernout ed ero quindi in possesso di dati sufficienti per fare una rotta decente.

La barca si è comportata benissimo, ha navigato su pilota in tutte le condizioni, senza naturalmente farci mai mancare delle belle straorzone da film dell'orrore che a sentire un pò tutti a fine giornata non si contavano più su due mani. A poche miglia dal traguardo, super gasato, su cod5 con la barca che volava ho fatto una straorza orribile che a momenti mi schiantavo sugli scogli. Poi per non smentirmi mai, all'imboccatura del porto mentre combatto nella "pétole" (bonaccia) per tagliare il traguardo ho mancato essere buttato a fondo da una balena ... D'altronde bisogna avere sempre qualcosa di interessante da raccontare. Insomma bilancio positivo: sono soddisfatto anche del piazzamento; d'altronde come dice il mio amico Bert "Noi dobbiamo arrivare"...

L'unico problemino in via di guarigione è un braccio gonfio per un tendine infiammato. Sono stato esentato dal dottore di gara dalla regata locale e dalla partita di calcio contro gli skipper Francesi ancora avvelenati dai mondiali persi contro l'Italia. Uno di loro portava anche la maglia di Zidane. Per fortuna nel villaggio si è aggiunta una roulotte con una massaggiatrice al servizio degli skipper ed io a causa del braccio sono "costretto" ad andarci tutti i giorni.
Ho assunto Michele, un simpatico romagnolo molto in gamba, imbarcato su una barca appoggio per farmi da preparatore ... Adesso bisogna trovare la concentrazione per affrontare la vera regata ...
Grazie ancora a tutti!

Continuate a seguirmi numerosi.
Gaetano

Intervista di Gaetano su www.sailingsardinia.it

giovedì 24 settembre 2009

Stamattina a Funchal

E' arrivato Simone Gesi stamattina a Funchal dopo una lunga navigazione senza pilota automatico.
E arrivato stanchissimo, stressato ma gratificato dall'accoglienza che li hanno riservata la squadra italiana (Daniela Klein, Luca Tosi, Ricardo Apolloni e Gaetano) in primis e una buona ventina di skippers francesi.
Complimenti a Simone che ce l'ha fatta nonostante l'enorme difficoltà tecnica incontrata.
E con lui sono ora arrivati tutti a Funchal.

Ufficio stampa

mercoledì 23 settembre 2009

Il video della partenza di Gaetano da La Rochelle

Ecco il filmato, registrato da Marco Caboi...


Ufficio stampa

Impressioni sulla partenza - di Marco Caboi


Migliaia di persone guardano in basso dalle murate del porto, la banchina in piena ebollizione. Li sotto un folla di parenti, amici, preparatori, sponsor tutti attorno a i protagonisti di questa follia che chiamano Transat.
Li in mezzo ci siamo anche noi un piccolo gruppo in rappresentanza di uno ben più grande sparso per tutta Italia che ha risposto compatto alla richiesta di aiuto di Gaetano, come tutti i generosi veri non ha paura di chiedere e molto meno di essere chiamato a ricambiare. Così, ogni uno ha dato secondo le proprie possibilità: mezzi, lavoro, professionalità, chi non ha potuto altro ha soffiato più forte che poteva in direzione della Bretagna sperando che quell’alito di vento si incanalasse magicamente nelle le vele della barca di Gaetano.
Le barche… mi stacco un po’ dal gruppo e mi guardo attorno ce ne sono di tutti i tipi così come le facce di chi ci sta sopra, in comune solo la testarda determinazione a voler essere li stampata nello sguardo.

Pronti al decollo, perché sembrano più astronavi che barche, mi giro a guardare GRF 91, gli ho pulito la pancia tante volte nel porto di Gonone, cavolo avrei dovuto farlo anche oggi. Guardo Gaetano e non mi sembra per niente preoccupato, anzi oserei dire tranquillo, chi lo conosce sa di cosa parlo, cavolo! ma non li vede questi mezzi spaziali... quasi non lo riconosco…

E’ arrivato il momento, si aprono le chiuse del porto si alza il ponte le barche vengono trainate fuori una per volta mentre la barca passa in mezzo alle due torri d’uscita lo speaker francese presenta la barca, nome e curriculum dello skipper, che nomi e che curriculum - Gaetano? calmo...

Il gommone aggancia anche lui, ultimi saluti, mi sposto di corsa per vedere l’uscita, sento la presentazione ho la pelle d’oca, e lo vedo li in piedi che alza il braccio verso la gente, mi viene in mente una frase di un pirata che avevo letto sul suo diario di bordo: Io sono un principe libero ed ho diritto di dichiarare guerra al mondo come chi possiede 10000 navi.

Si ora capisco, è proprio lui, ora lo riconosco, quello è il mio amico , mio fratello…
Marco Caboi

lunedì 21 settembre 2009

GAETANO E' ARRIVATO A FUNCHAL

Gaetano è arrivato a Funchal!
Aspettiamo notizie fresche dopo un po' di riposo meritato!


Ufficio stampa

SEMPRE PIU' VICINO ALL'ARRIVO!


Piano piano tutti stanno arrivando a Funchal. Mancano solo 72 miglia a Gaetano (dato rilevato stamattina alle ore 5.00). Speriamo che tenga il vento e che possa arrivare il prima possibile.

Il meteo di oggi prevede che l’anticiclone si ritira. E sono previste delle depressioni fra le Isole Canarie e le coste africane. Questa evoluzione è a favore del livello di pressione presente su Madera e ci sarà un rinforzamento marcato del vento in direzione Nord-Est.



Ufficio stampa

domenica 20 settembre 2009

Posizione rilevata alle ore 20.00

34 21.21'N
015 1.66'W

Cap 225

Mancano poco più di 100 miglia all'arrivo a Funchal!


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sabato 19 settembre 2009

La partenza...testo di Roberto Diverio

Ci siamo, si parte…


GRF91 sta partendo per solcare l’oceano.


Dopo anni di sforzi, sudore, arrabbiature, delusioni e miglia, tante miglia di navigazione, siamo finalmente sulla linea di partenza dell’edizione 2009 della Transat650, una regata transatlantica in solitaria, su piccole barche a vela di 6,50 metri, che parte da La Rochelle in Francia per arrivare a Salvador da Bahia, in Brasile, con tappa all'isola di Madeira.


Una Regata considerata tra le più dure e difficili del Mondo.


Abbiamo sempre creduto nella Passione dello Skipper, Gaetano Mura (www.gaetanomura.com), nel suo sogno di arrivare dall’altra parte dell’Atlantico.


Sappiamo che le cose si possono fare in diversi modi e per raggiungere diversi obiettivi, a volte servono tanti soldi, oppure si può cercare di fare il possibile con pochi soldi e tanta passione. Abbiamo quindi navigato con Gaetano attraverso le acque che ci hanno portato fino a qui con la barca che prende, con grande orgoglio, il nostro nome GRF91.


Noi non corriamo per vincere, la nostra vittoria sarà arrivare in Brasile meglio che si può con meno problemi possibile.


Perché vogliamo sognare con Gaetano e sentirci partecipi della sua impresa.



Chi vorrà ci potrà seguire sul sito ufficiale della regata www.transat650.org

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I PRIMI ARRIVI A FUNCHAL!

Questo pomeriggio i primi sono arrivati a Funchal e Gaetano arriverà anche lui entro breve.
Mancano ancora poco più di 200 miglia.

La sua posizione secondo le ultime notizie pubblicate dal sito ufficiale della Transat alle 16.00 è:
35 25.26'N
013 47.59'W
Cap 214



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venerdì 18 settembre 2009

FUNCHAL

Come le previsioni meteo lo lasciavano intuire Madera subisce l'aumento di pressione di un anticiclone che complica maledettamente la vita dei nostri. Restano poco più di 100 miglia e stanotte le carte sono state rimescolate cambiando i nomi dei leaders.
Gaetano procede con ritmo costante!


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Altre immagini di Gaetano



Altre due immagini pubblicate su transat650.org:

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giovedì 17 settembre 2009

FUNCHAL SI AVVICINA

Un'isola dal
 meteo capriccioso! E se l'inizio della regata ha incontrato un meteo abbastanza classico, possiamo dire che ora tutto può diventare rock and roll. Infatti, l'approccio di Madera e Funchal - si trova sul lato sud dell'isola e nel vento - può sorprendere molti. Effetti laterali del vento che cade durante la notte, l'isola di Madera ha un elevato grado di incognita e potrà ridistribuire le carte. E' un attimo distrarsi e ritrovarsi sottovento.

Istanti magici ma stressanti!


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La calma dopo il vento

La posizione di Gaetano:
40°03.05'N
11°15.04'W
cap 198
Velocità 7 nodi.

Oggi il bollettino meteo che ha sentito il nostro skipper durante l'unico appuntamento radio quotidiano diceva:

La depressione centrata sul sud-est del Portogallo si sposta a nord. Al contrario, l'anticylone nelle Azzorre, è quasi fermo. In questa configurazione, la pressione inizia a salire da ovest. Al largo del Portogallo, il vento del nord è abbastanza forte. Si indebolisce andando verso Madeira.
Venerdì, il ciclone si avvicinerà. Generale aumento della pressione. I venti saranno più leggeri gradualmente da nord-ovest e a scendere verso Madeira.
Sabato, alta pressione a 1026 hPa su Madeira. Si installa una vasta zona di calma fino al 37 ° N.


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mercoledì 16 settembre 2009

Posizioni dopo la 3a notte

Durante la notte Gaetano ha migliorato la sua posizione.
43 15.42' N
009 16.21' W

E' ora a 735.63 miglia dell'arrivo a Funchal.

Il vento, forte, è ora passato a nord, e sarà un altro giorno di velocità per i Minis.
Ad ogni uno ottimizzare la sua strada ...



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martedì 15 settembre 2009

Pubblicata su SeaSailSurf la foto dell'uscita di Gaetano su GRF91 dal porto della Rochelle


http://www.seasailsurf.com/seasailsurf/actu/spip.php?page=article&id_article=5449


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LA STAMPA




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Dopo la seconda notte

Dopo la seconda notte di regata la flotta dei minitransat partita
domenica da La Rochelle sta passando Capo Finisterre, limite meridionale del golfo di Biscaglia, con vento forte e mare mosso in aumento.
Gli 85 concorrenti hanno navigato in perenne planata e la stanchezza comincia a farsi sentire.
Nelle prossime ore la flotta dovrà affrontare una zona di mare molto mosso, con onde fino a cinque metri e trentacinque nodi di vento (70 km/h).
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lunedì 14 settembre 2009

Dopo la prima notte passata in mare

ORE 8.00

45 38.15' N
003 59.73' W
Cap 269

Mancano 1002.11 miglia all'arrivo a Funchal


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Una bella notte

Cielo stellato e mare piatto per questa prima notte...E' con lo spinnaker aperto che il nostro minista Gaetano ha continuato la navigazione notturna. Il vento da Nord-Est ha soffiato tutta la notte a 20/25 nodi.
Deve ora prepararsi ad una lunga giornata che prevede velocità pura con cap ad ovest andando verso cap Finisterre dove si aspetta un rinforzo del vento.


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domenica 13 settembre 2009

La posizione di Gaetano

Alle ore 17.00 Gaetano è diciottesimo sui trentasei proto partiti oggi.
La sua posizione è:
46 3.09' N
001 32.15' W
Cap 251

Mancano 1104,6 miglia all'arrivo della prima tappa.
Viaggia ad una velocità media di 8,15 nodi



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Partenza con quindici nodi di vento

Alle 14.17 esattamente, i 85 concorrenti della Charente-Maritime/Bahia Transat 6,50 hanno preso il largo, per questo primo sprint di 1.100 miglia verso Funchal a Madeira, termine della prima tappa.

Le condizioni meteo erano ideali. Il sole aveva scaldato l'atmosfera. Il vento soffiava da nord-est a 15 nodi di velocità con mare relativamente calmo. Condizioni invidiabili per una partenza!

Una partenza colorata con tutta la flotta estesa sulla linea di partenza, seguita da un centinaio di imbarcazioni che aveva ascoltato le raccomandazioni del Comitato di Regata e rispettava perfettamente le distanze di sicurezza. Due elicotteri volavano attorno a questa scena, aumentando l'aria di festa. Una festa un po 'disturbata dal ribaltamento di un catamarano di 6,50 m messo poi in salvo dalla nave della Marina Nazionale Francesi con l'aiuto di alcuni spettatori.

I navigatori guardavano verso il mare aperto, girando le spalle alla terra e al mondo reale. Erano già dei "marittimi" e non più dei "terreni". La prima notte è spesso la più difficile da vivere, si cercano ancora i propri riferimenti. Bisogna dimenticarsi delle preoccupazioni quotidiane e concentrarsi soltanto sulla barca e la navigazione. Alcuni hanno bisogno di poche ore per prendere il ritmo. Altri necessitano anche di qualche giorno.


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...prima della partenza. Immagini dallo shore team

Al megafono tra urla e applausi: et voilà le grand skipper professionelle Gaetanò Murà!


E questa è una foto del brindisi prepartenza...
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IL PUNTO PRIMA DELLA PARTENZA CON SAILINGSARDINIA

http://sailingsardinia.blog.tiscali.it/E_ora_basta_scherzare__2007479.shtml

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sabato 12 settembre 2009

DAY-1 - sensazioni e ringraziamenti di Gaetano















E' difficile crederci ma il giorno è veramente arrivato!
Se provo a tornare indietro con il pensiero, non riesco
nemmeno a ricordare quando il tarlo di questa avventura ha
cominciato a insediarsi dentro di me. Generalmente per
tirare le somme bisogna aspettare la fine; ma questa è una
storia particolare: essere qua, oggi, alla Rochelle,
alla vigilia della partenza della più solitaria delle
regate esistenti al mondo è comunque un'obiettivo
importante già raggiunto. Poichè come ho già detto
più volte, è difficile a volte persino per gli addetti ai
lavori immaginare cosa ci sia dietro una grande avventura
come questa, che per essere portata avanti ha bisogno del
sostegno e della collaborazione di tante persone. Nemmeno io
immaginavo che l'impresa fosse così ardua e che ci sarebbe
stato un cambiamento così grande nella mia vita.
Vi chiederete sicuramente qual'è il mio stato d'animo in un
momento così importante... Sicuramente i ritmi frenetici di
questi ultimi giorni, gli impegni ufficiali, la folla, i
giornalisti, gli amici e i parenti arrivati per aiutare e
sostenerti ti allontanano in qualche modo dalla realtà.
Ieri sera durante l'ultima uscita di allenamento, tirando
bordi nella notte aspettando che la diga di ingresso al
porto si aprisse, mi sono ricordato qual'è il vero
significato di tutto questo. La regata sarà dura e faticosa
e senza comunicazione esterna, come lo dicono. Ma mi sento abbastanza
sereno, in forma fisica e con una barca ben preparata, sono
consapevole dei miei limiti e dei limiti di questa barca che
ho in qualche modo costruito con l'obiettivo di andare
insieme oltreoceano. E come accade per quasi tutti quelli che
affrontano questa avventura per la prima volta, il vero
obiettivo è quello di arrivare in fondo! Quindi so
precisamente che il mio istinto di marinaio prevarrà su
quello di agonista o, perlomeno, cercherò un giusto
equilibrio per regolare il piede sull'accelleratore.
Grazie a tutti, seguitemi sul mio sito e ci vediamo in Brasile
Gaetano


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Qualche immagine prima della partenza




Gaetano a bordo di GRF91 aiutato dai suoi preziosi preparatori, tra i quali anche il suo
amico Sime Stipanicev venuto dalla Croazia per assecondarlo. Nella scorsa edizione della Transat Gaetano l'aveva aiutato a sua volta a preparare la sua barca.



Ultima uscita notturna di allenamento prima della partenza.


























I bambini delle classe elementari che hanno disegnato sulla randa di Gaetano. Hanno reso visita a Gaetano, portandoli regali.



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